a cura di Giammarco Sestili
Buonasera e benvenuti alla rubrica “Il Giovane, ma non
troppo!” Perché, ricordiamolo: siamo sempre in Italia e
come si sa, l’Italia non è un paese per giovani!
Inauguriamo questa nuova rubrica con il primo
intervistato: LORENZO BORDO. Classe Duemila, toscano di
nascita, ma, da qualche anno, romano di adozione.
GIAMMARCO: Lorenzo, partiamo proprio da questo. Ti senti
fortunato ad essere nato in una delle regioni italiane
più virtuose come la Toscana? Oppure stai progettando il
tuo futuro verso Roma?
LORENZO: Allora sto progetto il mio futuro verso Roma.
Però, essere nato in Toscana può essere un vantaggio.
Anche se io sono nato a Capalbio, che è un paesino, una
piccola realtà che ha comunque quella mentalità di
piccola città, di paesino, quella mentalità provinciale,
quindi limitante. Magari il discorso sarebbe stato
diverso se fossi stato in città.
GIAMMARCO: tipo Firenze?
LORENZO: Ma anche Pisa, anche Grosseto, il capoluogo di
città. Considerando inaccessibile Milano per ovvi motivi.
GIAMMARCO: Spesso si dice che i ragazzi nati negli anni
Duemila siano un po’ la “Nuova Gioventù Bruciata” come lo
dicevano negli anni Cinquanta con l’omonimo film. Tu sei
d’accordo con questo e ti dissoci dai comportamenti di
questa generazione, oppure pensi che siano solo
pregiudizi?
LORENZO: No, sono in assolutamente in disaccordo, uno non
deve mai generalizzare su niente. Non è che se c’è una
parte della nostra generazione che compie determinate
azioni bisogna stereotipare tutta la generazione. Siamo
una generazione non dico senza futuro ma con un futuro
molto più complicato e sicuramente non per colpa nostra,
ma per colpa di chi ci ha preceduto. Sicuramente non
condivido atteggiamenti vandalici della mia generazione,
che sono sicuramente da condannare, ma sono solo una
piccola parte. Se si entra nell’ottica che c’è una buona
fetta di millennial e che faticheranno per farsi un
futuro, cosa che i nostri genitori non hanno fatto.
Mentre negli anni Settanta e Ottanta c’erano dei
prospetti di futuro, adesso noi non ce li abbiamo e ce li
dobbiamo costruire. Abbiamo tutto questo peso sulle
spalle e abbiamo una classe adulta che continua a
generalizzare e che continua a puntarci il dito contro ad
ogni minima situazione.
GIAMMARCO: Hai studiato presso un Istituto Tecnico
Commerciale, come ti sei trovato? Pensi che ti abbia dato
le basi che ancora ti porti dietro nella tua attuale
formazione? Oppure ti sei pentito della tua scelta?
Qualora, ovviamente, sia stato tu a scegliere e non
un’imposizione familiare.
LORENZO: No, la scelta è stata mia e me ne sono
assolutamente pentito. Diciamocelo: la scuola italiana fa
schifo, in toto! Tornassi indietro avrei fatto il liceo,
ma per un’altra formazione, anche sarebbe cambiato poco.
Rimango dell’idea che 14 anni è un’età parecchio giovane
per scegliere la scuola che dovrà formarti e darti un
futuro. Io a 14 ho scelto un percorso scolastico
addirittura sperimentale. Siamo arrivati all’esame di
maturità, l’ultimo prima del covid, con solo due prove
più l’orale in condizioni pessime, a fare le corse contro
il tempo per avere un minimo di preparazione. Sono state
veramente un dramma per me le scuole superiori, il mio
livello di cultura me lo sono dovuto fare da solo. Me lo
sono fatto studiando per conto mio, al di fuori della
scuola, magari viaggiando, andando all’estero etc.
Perché, diciamolo, l’Italia non ti dà questo genere di
cose.
GIAMMARCO: Infatti affrontiamo questo tema nella prossima
domanda.

GIAMMARCO: Dopo le scuole superiori hai intrapreso degli
studi universitari presso l’Università degli Studi di
Viterbo, nello specifico COMUNICAZIONI, TECNOLOGIA E
CULTURE DIGITALI, ma purtroppo hai abbandonato perché
deluso. Questo è un problema per molti studenti italiani,
lo abbiamo visto con la famosa “Famiglia Finlandese”,
molto critica nei confronti del nostro sistema. Pensi che
la colpa di questa tua delusione sia veramente dovuta al
sistema scolastico ed universitario italiano? Oppure c’è
di fondo l’insoddisfazione in noi giovani?
LORENZO: No, di fondo in noi giovani non c’è affatto
l’insoddisfazione. Di fondo, nei giovani c’è tanta voglia
di fare, tanta ambizione che non viene ripagata. Ti trovi
muri in faccia, opposizioni, obiezioni, di fronte a delle
realtà scandalose: università mal gestite, organizzate
male, corsi inutili. Io dopo cinque o sei mesi che stavo
all’università mi sono detto “ma che sto facendo?
Formazione per disoccupati?” Io sto qua, spendo una
montagna di soldi, tra tre anni ho una triennale e chi mi
dà un lavoro cosa gli racconto? Se per un esame di
Economia Della Comunicazione mi si danno libri dei
professori che facevano il corso, scritti da loro, e
all’esame mi chiedi cose che vanno contro qualunque
teoria. Lo posso dire, posso avere 30, io penso di
sapere, poi esco dall’università e vengo assunto a lavoro
per il voto di laurea. Lavoro in quell’ambito e scopro
che le cose che mi hai insegnato sono sbagliate. Vengo
licenziato perché hai formato un incompetente e
l’incompetente rimane disoccupato. È disoccupato il
competente, figura l’incompetente.
GIAMMARCO: Beh, insomma come si dice: “tutte chiacchiere
e distintivo”, nel tuo caso sarebbe stato “tutte
chiacchiere e laurea”. Che si riassume con la situazione
attuale: tutta teoria, ma niente pratico all’atto vero e
proprio.
GIAMMARCO: Vieni da una famiglia di imprenditori, i tuoi
genitori hanno un bar-ristorante e lì hai lavorato per
circa tre anni. A parte il discorso economico, ti ha
aiutato nella crescita personale questa esperienza,
seppur in un ambiente, appunto, familiare? Oppure ritieni
che i giovani dovrebbero del tutto staccarsi dal nido
familiare anche quando c’è un’attività imprenditoriale
che li accomuna?
LORENZO: Questa è una bella domanda. È tutto molto
relativo. Io sono convinto che l’esperienza che ho fatto
mi ha fatto veramente bene, mi ha fatto riprendere gli
studi, anche se in modo alternativo, una formazione
specifica. Però lavorare per 3 anni con l’azienda
familiare a contatto col pubblico, ma con delle
responsabilità. Mi comportavo come se fossi un socio, ero
il figlio del capo, ero come il capo, quindi rispettato
da persone che avevano 30/40 anni più di me. Erano delle
responsabilità e quindi un processo che mi ha fatto
maturare e mi ha fatto capire che sono bravo e sono
capace a farlo. Ma ho 22 anni e bene che insegui i tuoi
sogni. Nel caso di fallimento io sono uno dei pochi
fortunati in Italia con stabilità economica. Se torno a
casa, mi accontento. Magari per altre persone staccarsi
da subito è la cosa migliore, ma chi ne ha possibilità è
un’esperienza che consiglio sempre di fare perché ti
permette di formarti e ti fa capire quanto sia dura
entrare nel mondo del lavoro e quanto è importante
entrarci formato. E questo quindi ti riporta a studiare.
GIAMMARCO: Beh questo è un bel segno di ottimismo,
infatti per quelli che verranno dopo di noi. Quindi mi
piace molto il tuo entusiasmo.

GIAMMARCO: Come è rinata in te la voglia di investire
tempo, soldi e impegno nella formazione? Hai dei progetti
in mente che puoi realizzare attraverso questo corso
professionale?
LORENZO: Sì, assolutamente. Allora il corso che sto
facendo ora è un Master Digitale sulla piattaforma
START2IMPACT, una piattaforma digitale che offre questi
master digitale con il modello di studio semi americano,
quindi un modello molto pratico. Io al termine di questo
master avrà uno stage garantito, dopodiché punto ad avere
un contratto determinato, apprendistato o stagista.
Accumulata esperienza, riprendere la partita IVA,
mettermi in proprio e fare il Freelancer. Comunque,
figlio di imprenditori, sono nato sotto la partita IVA,
tornarci è quello che voglio, però voglio farlo in
proprio, nel digitale, che comunque è il futuro.
GIAMMARCO: come direbbe Checco Zalone “la partita iva che
batte nei nostri cuori!”.
GIAMMARCO: Dopo questo corso professionale, potresti
riavere voglia di rimetterti in gioco con un nuovo
percorso universitario? Oppure hai completamente
abbandonato l’idea?
LORENZO: Subito dopo il master, assolutamente no. Però ho
un mio pallino fisso personale: prima di morire una
laurea la voglio. Per pura soddisfazione personale. Si,
prima o poi prenderò una laurea, non so come, non so
quando, né perché, né in cosa. Ho qualche vaga idea,
qualcosa che riguarda la comunicazione, l’economia e la
politica, che sono i tre settori che più mi appassionano.
È tutto da vedere. Però è una cosa che non precludo.
GIAMMARCO: Parlando sempre della tua famiglia. Come tu
hai dichiarato, sei cresciuto a “Pane e Politica”, tuo
padre è Assessore al Bilancio presso il Comune di
Capalbio. Ti è mai pesato crescere in una famiglia con un
forte interesse attivo per la politica?
LORENZO: A me personalmente no. Mi pesava quando ero a
Capalbio e non essere visto come Lorenzo Bordo ma come
figlio dell’assessore, mi dava fastidio perché non mi
valorizzava. Ma comunque all’interno di casa venivo molto
valorizzato. Da subito mi sono fatto il mio pensiero
politico senza imposizioni, che ovviamente è cambiato
negli anni. Ho sviluppato un pensiero contrastante con
quello di famiglia, perché tutti e quattro si occupano di
politica, chi per passione, chi più o chi meno. Quindi
era scritto che avrei fatto qualcosa nella politica.
All’interno di casa non mi pesa, ma è all’esterno che mi
pesa, quello sì. È fastidioso perché non verrò mai
valorizzato, ma a Capalbio sarò sempre il figlio
dell’assessore.
GIAMMARCO: Hai dichiarato che hai abbandonato Capalbio
proprio nel momento della sua rinascita economica e di
bellezza. Qualora decidessi di tornare alle radici,
veramente, hai intenzione di candidarti a qualche tornata
elettorale come Consigliere Comunale?
LORENZO: No, non credo. Non è il mio settore la politica
territoriale. Perché Capalbio non ha bisogno di me. Non
vedo la necessità di candidarmi a Capalbio e fare di più
di quanto stiano facendo. C’è una lista civica che
governa da 4 o 5 anni. Stanno facendo molto, potrei
offrire solo quello che stanno già offrendo e quindi
sarebbe come sprecarmi. Magari candidarmi in futuro da
qualche parte mi piacerebbe molto, ma non credo a
Capalbio.
GIAMMARCO: Parlando nello specifico di politica, ma
sempre restando “neutrali”, hai detto che
l’amministrazione di cui tuo padre fa parte ha pensato ai
giovani e all’ambiente. Porteresti quindi Capalbio come
esempio che l’Italia dovrebbe seguire? O ci sono anche
altri modelli che pensi possano funzionare?
LORENZO: Capalbio nel suo piccolo è un modello da seguire
per tutta L’Italia. Tutto quello che viene fatto a
Capalbio a livello comunale, dovrebbe essere replicato a
livello nazionale. Come si sta rinnovando (Capalbio),
come sta diventando un paese ecosostenibile, un paese
sempre più turistico aperto a tutti. È finito lo
stereotipo di Capalbio di nicchia, turismo elitario e
selettivo, è finito. Grazie a Dio. Capalbio è un paese
accessibile a tutti, dove si vive bene, per chi vuole
andare in vacanza. Però non direi mai ad un ragazzo vai a
vivere a Capalbio perché più di troppo non puoi fare. Ma
se vuoi fare una vacanza, vai a Capalbio. I prezzi di
tutto sono diventati accessibili a tutti. Il parco dove
sono cresciuto è stato rifatto in legno e si possono fare
delle bellissime iniziative. Sono stati riaperti gli
asili nidi. Tutte piccole cose che fanno la differenza.
GIAMMARCO: Parliamo di ambiente. Molti ambientalisti
stanno bloccando completamente le strade e impedendo ai
lavoratori di esercitare la loro attività legittima.
Pensi che la colpa sia da entrambe le parti?
LORENZO: la colpa è da entrambe le parti, perché è lecito
manifestare, ma non così. Perché c’è una linea sottile:
la tua libertà finisce dove inizia la mia. È un mantra
fisso. Sono il primo a dire che occorre fare molto per
l’ambiente e impegnarmi personalmente, ma questo non è il
modo di protestare. Perché alimenti odio, rabbia e
dissenso, quindi la manifestazione diventa una protesta
violenta. Non è questo il modo di protestare.
GIAMMARCO: ma tu ti definisci un seguace di Greta
Thunberg, oppure pensi che si possa essere ambientalisti,
senza essere suoi sostenitori o seguaci.
LORENZO: si può essere ambientalisti anche senza seguire
Greta Thunberg. Io non mi reputo un seguace di Greta
Thunberg perché è troppo estremista e l’estremismo è
sbagliato a prescindere. Quando si è troppo estremi, non
ci si può imporre ad ogni costo su una cosa. Ci si arriva
parlandone, attraverso le istituzioni, ma non
imponendolo.
GIAMMARCO: Passiamo ora alla politica estera. Anche se
non ancora dichiarato, Joe Biden correrà quasi
sicuramente per le nuove Elezioni Presidenziali del 2024.
Tra i suoi sfidanti, ci potrebbe essere nuovamente Donald
Trump. Secondo te, avere due persone quasi ottantenni a
rappresentare il “Nuovo Continente”, sia un segnale
negativo per i giovani? Oppure potrebbe essere uno sprono
per le future generazioni ad interessarsi alla politica?
LORENZO: è un segnale negativo per tutti. In America è
mancato questo ricambio generazionale per tutti, non so
perché, non so a cosa sia dovuto, ma spero serva da
sprono a qualcuno, non so a chi. Vedere che sono i soliti
due ottantenni candidati ti fa sperare poco. O qualcuno
fa qualcosa che cambia rotta negli anni oppure la
situazione americana si trasforma in un INCUBO AMERICANO.
In America adesso se si va a votare, scegli il meno
peggio.
GIAMMARCO: Hai mai sognato di fare esperienze lavorative
o di studio negli Stati Uniti? Se sì, in quale Stato
Federale ti piacerebbe vivere e quale esperienza vorresti
fare?

LORENZO: No, non ho mai pensato di fare esperienze in
America, però semmai dovessi trasferirmi in America, me
ne andrei in California, che a me piace per le persone e
per il clima. Però ripeto: non ho mai pensato di andare
in America.
GIAMMARCO: Pensi che gli Stati Uniti, dal tuo punto di
vista, siano il perfetto esempio di come i giovani
possano abbattere le barriere che invece qua in Italia li
bloccano? Ad esempio nel correre verso cariche politiche,
a livello lavorativo più comune etc.
LORENZO: Non credo proprio. Penso che la situazione sia
molto simile. Chi dice che in America si sta da Dio, per
me si sbaglia. L’America è vista troppo bene. L’America
viene portata su un piatto d’argento, ma in realtà è un
piatto di carta. Questo non lo sentiranno dire mai da me
che il SOGNO AMERICANO funziona. Puoi fare bene in
America come puoi fare bene in Italia. L’Italia non deve
prendere d’esempio in tutto e per tutto l’America, in
alcune cose si, ma in altre è anche l’America a dover
prendere d’esempio l’Italia.
GIAMMARCO: ma quindi non pensi che ci sia uno Stato che
sia completamente migliore dell’Italia in Europa e nel
Mondo?
LORENZO: Detta così, potenzialmente ce ne sono vari. Se
devo costruire un futuro non sceglierei l’Italia, ma
piuttosto la Spagna. Ci sono molti fattori che vanno
analizzati. Sarei voluto andare a vivere in Spagna, per
alcuni aspetti, ma il lockdown ha bloccato tutto quanto.
Se io me ne andassi dall’Italia, ora, non risolverei i
problemi, ma scapperei e basta.
GIAMMARCO: Lorenzo, come vedi il futuro dell’Italia con
l’attuale Governo, presieduto per la prima vota da una
donna? Credi che l’esperienza della nostra attuale
Premier come Ministro della Gioventù le abbia posto le
basi? Oppure credi che come tutti i governi precedenti,
noi giovani siamo caduti nuovamente nel dimenticatoio?
LORENZO: che i giovani sono caduti nuovamente nel
dimenticatoio è un dato di fatto. Non lo dico per andare
contro questo Governo, che comunque è all’opera da poco
tempo per tirare le somme. Non è il governo che io ho
votato, ma non punto il dito contro. In campagna
elettorale hanno fatto delle promesse che non hanno
mantenuto, sotto certi aspetti è stato fatto l’opposto,
forse meglio. Non spetta a me dirlo. È un governo che è
stato votato dalla maggioranza degli italiani. Ha un
mandato esplorativo di cinque anni e auguro di finirlo
per il bene dell’Italia. Che possano fare il bene
dell’Italia secondo i loro principi, senza minare le
libertà e i diritti di nessuno. E poi vedremo alla
prossima tornata elettorale. Saranno sempre gli italiani
a decidere. Questa volta abbiamo avuto un governo eletto
democraticamente ed è giusto che governi.
GIAMMARCO: Se avessi davanti l’attuale Primo Ministro,
cosa le diresti di fare in più per noi giovani, di quanto
stiano o non stiano facendo ora?
LORENZO: Il nucleare. Hanno fatto delle promesse in
campagna elettorale, hanno parlato di ricerca, di
nucleare sostenibile, di nucleare pulito. Bene, iniziate!
Non è mai troppo tardi. Ci sono tantissimi motivi per
iniziare col nucleare in Italia, ne abbiamo bisogno,
gioverà a tutti. Io penso, e questa è la linea di
Movimento Giovani, che nel 2023 non si può essere
contrari al nucleare. Si può essere disinformati, si può
conoscere a fondo cosa sia il nucleare attuale, però il
nucleare serve. Ed è uno dei tasselli principali per
poter rilanciare la grandezza dell’Italia.
GIAMMARCO: Invece alle nuove generazioni che consiglio ti
senti di dargli?
LORENZO: NON ARRENDETEVI, NON VI ABBATTETE ALLE PRIME
DIFFICOLTA’! CONTINUATE AD INSISTERE IN CIO’ IN CUI
CREDETE VERAMENTE, BATTETEVI PER I VOSTRI IDEALI E
FREGATEVENE DEI GIUDIZI NEGATIVI DEGLI ALTRI. ANDATE
SPARATI PER LA VOSTRA STRADA.
GIAMMARCO: Concludiamo con una domanda a bruciapelo: il
tuo motto ideale e la tua filosofia di vita.
LORENZO: io non ho un motto ideale, però ho il mio mantra
che è “la mia libertà inizia dove finisce la tua”.
Filosofia in che senso?
GIAMMARCO: La tua vita ideale, come sarebbe?
Nella mia vita ideale è che riesco a dare il mio
contributo al 100 percento a questo Stato per cambiarlo,
per migliorarlo, per portare ciò che manca in Italia, per
portare tante cose che mancano in Italia, per garantire i
diritti. Io sono una persona fondamentalmente buona,
cerco di aiutare tutti nei piccoli gesti. Io penso che se
tutti si comportassero come me nel piccolo, saremmo
sicuramente una società migliore. Lo faccio e lo farò
sempre: mi batterò per far sì che siamo delle persone
migliori, con sempre meno odio e sempre meno rabbia.
GIAMMARCO: Potremmo riassumere tutto con un’unica frase
“un gesto vale più di mille parole”.
Bene, Lorenzo. Io ti ringrazio di aver partecipato alla
rubrica “IL GIOVANE MA NON TROPPO”. E ovviamente avremo
piacere di intervistarti in futuro, se avrai anche tu
piacere.
Grazie di essere stato con noi. Buona serata.
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