A cura di Nicola Reza Marsico
La situazione del mercato del lavoro in Italia appare complessa per la nuova generazione. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel nostro paese è del 23,8% (dati del terzo trimestre del 2022). Questa percentuale rappresenta uno dei valori più alti dell’Unione Europea, insieme a quelli di Grecia e Spagna. Inoltre, l’ISTAT ha rilevato che il tasso di occupazione giovanile in Italia è del 34,1%, uno dei più bassi d’Europa. Ma non solo. Secondo un’indagine dell’Osservatorio sulla Condizione Giovani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il 42,9% dei giovani italiani tra i 15 e i 29 anni è inattivo, ovvero non studia e non lavora. Inoltre, il 43,3% dei giovani che lavora svolge un lavoro a tempo determinato, il che significa che non hanno la stabilità e la sicurezza lavorativa di cui hanno bisogno.

‘Brain Drain’
Un altro problema è rappresentato dal cosiddetto “brain drain”, ovvero l’emigrazione dei giovani talenti all’estero alla ricerca di opportunità lavorative migliori. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, nel 2019 sono partiti dall’Italia circa 100.000 giovani laureati, un numero che rappresenta il 10% dei laureati italiani. Come mai i giovani italiano hanno severe difficoltà nel trovare un’occupazione? Una delle cause principali è il mancato adeguamento del mercato del lavoro alle esigenze dei giovani. Ad esempio, secondo il rapporto “Giovani in cerca di lavoro” dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, molti giovani hanno difficoltà a trovare lavoro perché le loro competenze e le loro aspettative non coincidono con quelle richieste dalle aziende.

Scarsa offerta di lavoro e dimensione morale
Ma non solo. Un altro problema è rappresentato dalla scarsa offerta di lavoro per i giovani, soprattutto al Sud. Secondo l’ISTAT, il tasso di disoccupazione giovanile al Sud è del 41,9%, ben più alto rispetto al Nord (27,1%) e al Centro (30,8%). In particolare, le regioni del Mezzogiorno sono quelle che soffrono maggiormente la mancanza di opportunità lavorative per i giovani. Inoltre, la precarietà lavorativa è un problema comune per i giovani in Italia. Secondo il Rapporto “Giovani e lavoro precario” dell’Istituto per il Lavoro della Confindustria, il 75% dei giovani italiani tra i 15 e i 24 anni ha un lavoro a tempo determinato e il 55% di questi non avrà un contratto a tempo indeterminato. Questo significa che molti giovani non hanno la stabilità e la sicurezza lavorativa di cui hanno bisogno per costruirsi un futuro. Nonostante la situazione difficile, ci sono alcune iniziative che cercano di aiutare i giovani a trovare lavoro e ad inserirsi nel mondo del lavoro. Ad esempio, il Programma Garanzia Giovani è un’iniziativa dell’Unione Europea rivolta ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, al fine di aiutarli a trovare un’occupazione o a seguire un percorso di formazione. Inoltre, molti comuni e regioni offrono stage e tirocini formativi per aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro.
Di fronte a queste sfide, è importante non perdere di vista la dimensione morale e filosofica della questione del lavoro e dell’occupazione giovanile. Il lavoro, infatti, non è solo un mezzo per guadagnare denaro, ma rappresenta anche una fonte di realizzazione personale e di senso della vita. Inoltre, il diritto al lavoro è un fondamento della dignità umana e della cittadinanza attiva. Non è quindi solo responsabilità delle istituzioni pubbliche, ma anche delle imprese e della società tutta, creare le condizioni perché i giovani possano accedere a un lavoro dignitoso e soddisfacente. Per superare la sfida del lavoro e dell’occupazione giovanile in Italia, è quindi necessario agire su diversi fronti. Innanzitutto, è importante riportare la crescita economica del Paese a livelli più sostenuti, attraverso una serie di riforme strutturali e di investimenti mirati. Inoltre, è fondamentale rivedere e rafforzare le politiche pubbliche a sostegno dell’occupazione giovanile, rendendole più incisive e meno burocratizzate. Infine, è importante promuovere una cultura del lavoro e dell’imprenditorialità che valorizzi le competenze e le potenzialità dei giovani, incoraggiandoli a mettersi in gioco e a creare nuove opportunità di lavoro.

Tasso dei ‘NEET’ in Europa
(“Not in Education, Employment or Training”)
I buoni propositi
In conclusione, la situazione del mercato del lavoro in Italia per i giovani è difficile. Il tasso di disoccupazione giovanile è uno dei più alti dell’Unione Europea e il tasso di occupazione giovanile è uno dei più bassi. Inoltre, molti giovani sono inattivi e la maggior parte dei giovani che lavorano lo fa a tempo determinato. Le cause di questa situazione sono il mancato adeguamento del mercato del lavoro alle esigenze dei giovani, la scarsa offerta di lavoro al Sud e la precarietà lavorativa. Nonostante le difficoltà strutturali e le incertezze del presente, è possibile immaginare un futuro in cui i giovani possano trovare occupazione dignitosa e soddisfacente, e contribuire così al progresso e al benessere della società. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario che istituzioni, imprese e cittadini lavorino insieme, mettendo in campo le proprie risorse e le proprie competenze per costruire un futuro migliore per tutti.
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